Sulle ali dell’entusiasmo
Avevo paura che questo periodo mi avesse definitivamente tarpato le ali, che mi avesse rubato quell’entusiasmo genuino e anche un po’ ingenuo che mi portava a vedere solo i lati positivi del mio lavoro e mi consentiva di mettere una pezza a nervosismi ed arrabbiature dopo un solo giorno trascorso in fiera ad allestire.
Quell’atteggiamento che “beata te che sei giovane e ragioni ancora così, non durerà per sempre” sentito dire dai colleghi più anziani.
Sarebbe stato un vero peccato rinunciare a tutta quella leggerezza, per di più dopo un periodo che già si è rivelato di per sé difficoltoso e pesante.
Ma invece quelle ali sono ancora lì al loro posto, belle attaccate ai miei piedi e pronte a spiccare nuovamente il volo appena sarà possibile.
L’ho capito pochi giorni fa quando è uscita la notizia della possibile riapertura delle fiere internazionali a luglio; notizia che ha ovviamente colonizzato la mia bacheca e immagino quella di qualunque altro allestitore fieristico.
Da un lato ho cercato di trattenere l’entusiasmo, di non fare voli pindarici, perché in realtà ci sono ancora molte variabili in gioco e nessuno ha ancora la garanzia che si riparta a pieno ritmo.
Ma dall’altro lato…
Beh, l’altro lato è un’altra storia…
Dall’altro lato sono tornata a viaggiare.
Eh sì, perché appena ti dicono che potresti tornare in fiera il cassetto dei ricordi è lì pronto ad aspettarti e cominci ad immaginare quale sarà il primo allestimento che seguirai e dove.
E allora ti ritrovi ad immaginarti magari a Milano dove all’ingresso ritroverai forse quell’addetto che in certi periodi ti diceva “Ancora qui? Ma le segui tutte tu?!”, oppure il ragazzo del bar all’angolo che ogni tanto scambiava due chiacchiere davanti a un caffè.
Ma poi chi l’ha detto che ricomincerai in Italia?
Magari a sorpresa ripartirai proprio da Düsseldorf che stava diventando la tua seconda casa, e allora come evitare l’acquolina in bocca pensando alle frikadelle del Gulashkanone che tanto ti mancano?
Chissà poi cosa ci mettono dentro per farle così buone…
Secondo me AstraZeneca è di certo meno rischioso!! 😂
Ma Düsseldorf non è solo cibo, sono anche le camminate infinite in fiera, i tramonti col sole che sparisce dietro il padiglione 6, o in hotel sempre la stessa camera che ormai ti riservano di default perché sanno che ti piace tanto.
E da lì in poi non c’è più modo di fermare il flusso dei pensieri che ti portano prima a Dubai, in quel baretto che ha l’insalatona più buona del mondo e la copertura che permette a te di stare a cuocerti al sole e alla tua collega di rintanarsi all’ombra pur essendo allo stesso tavolo…
E poi in Olanda con le auto elettriche che quante volte hai rischiato di essere investita perché non le sentivi arrivare, ma anche la marea di biciclette e le cartolerie con la cancelleria ordinata per colore in cui ti perdevi prima di tornare in albergo…
Ma anche Mosca dove il pranzo era rigorosamente una merendina alle macchinette perché la fiera non offriva altro ma poi ti rifacevi a cena in quel ristorante georgiano che quando hai saputo che organizzavano dei viaggi in giornata per andare a vaccinarsi ti sei detta “se mi concedessero di andare a cena lì, sarei già sull’aereo!”…
E tutto ti si presenta di botto, come se appena aperte le fiere dovessi dividerti in mille parti per partire contemporaneamente per tutte le destinazioni lavorative degli ultimi anni il primissimo giorno dopo il “via libera”.
Ovviamente non sarà così; ci vorrà anche tempo per riacciuffare la nostra normalità.
Ma spero una cosa: che questi annunci non siano l’ennesima falsa partenza, che si possa ricominciare davvero e che niente e nessuno possa più fermarci.
Per quanto mi riguarda, di una cosa sono certa: “c’è che ormai che ho imparato a sognare, non smetterò”.
Jessica Guarnaschelli – jessica@fairlyfair.it
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