Le Fiere Italiane progettano le riaperture _ 2
Dopo il più grande periodo di chiusura della storia moderna, tra poco potremo assistere alla più grande “ripartenza” sincronizzata che un settore industriale abbia mai vissuto.
Con l’articolo di Lunedì scorso abbiamo avviato un’analisi sui fattori comuni nei piani delle Fiere italiane verso la riapertura.
Courtesy Salone del Mobile.Milano_Andrea Mariani
Dopo aver analizzato l’ambizioso piano strategico denominato CONN.E.C.T 2025 di Fiera Milano, ora ad esser passate al setaccio saranno le strategie di BolognaFiere, IEG (Italian Exhibition Group) e VeronaFiere.
Bologna Fiere
Anche BolognaFiere punta sull’internazionalizzazione alla ripartenza, sia con eventi espositivi all’estero che per l’attrazione di buyers internazionali.
Al contempo, il canale digitale è visto come una integrazione ormai permanente all’offerta delle rassegne e la prime pionieristiche attività intraprese da Cosmoprof, fin dal giugno 2020, sono lì a dimostrarlo con la piattaforma WeCosmoprof.
Anche a BolognaFiere credono che il pilastro digitale sia “qui per restare”, integrando le consuete attività e soprattutto e soprattutto offrendo una relazione più continuativa con i beneficiari rispetto al passato.
L’accordatura tra offline e online non sarà né immediata né semplice ma la via pare ormai tracciata.
Riguardo i mercati pare sia la Cina quello dove si punterà forte, grazie anche alla presenza di una società in quel paese attiva da oltre 20 anni.
Al contempo, un format innovativo ha permesso di organizzare il primo evento all’estero da quando è scoppiata la pandemia.
BolognaFiere ci è riuscita in Russia, mettendo in piedi l’Obuv’ mir Kozhi e assicurando al settore calzaturiero italiano l’opportunità di consolidare il business in uno dei mercati di riferimento per l’export.
La prima edizione di questo nuovo format si è tenuta nell’ottobre 2020 e si ripropone, ora, dal 23 al 26 marzo, con un numero maggiore di partecipanti consapevoli del valore dell’iniziativa e dei risultati conseguibili.
In pratica: prodotti di campionario in presenza su allestimenti personalizzati, personale di supporto e rappresentanti commerciali delle aziende in Italia a sviluppare gli incontri di business matching in forma virtuale. Un esperimento decisamente interessante.
Italian Exhibition Group
Passando a IEG (Italian Exhibition Group) forse sono stati davvero i pionieri nelle sperimentazioni, con una edizione di VIO Vicenza Oro trasformata in VOICE, con espositori e prodotti in presenza e incontri con i buyers in virtuale, attraverso l’utilizzo di una piattaforma dedicata e speciali desk connessi lungo i padiglioni.
Poi, da Ecomondo a SIGEP le sperimentazioni sono seguite, con grande sforzo di far fronte alle avversità e vicinanza alle filiere espositrici coinvolte.
Di recente, la presentazione del bilancio 2020 ha registrato un EBITDA positivo nonostante il durissimo 2020 e un focus sulle attività e le alleanze internazionali, come dimostrato dal recente lancio di una nuova manifestazione sul settore del gioiello a Dubai nel 2022 e un accordo con Deutsche Messe per manifestazioni co-organizzate in Messico.
Sul carattere delle iniziative estere, di recente l’AD Peraboni ha commentato che
“le manifestazioni avranno sempre più un carattere continentale e meno intercontinentale di prima. Viaggeranno più gli espositori che i visitatori. Quindi, per garantire alle nostre aziende il contatto con i buyer internazionali, dovremo essere in grado di portarli da loro. Questo è, secondo me, uno dei nodi competitivi per il nostro settore nei prossimi anni”
Questa appare certamente una visione impegnativa ma anche ricca di fascino.
VeronaFiere
VeronaFiere ha lanciato la nuova piattaforma Marmomac PLUS, e poco dopo una analoga per Vinitaly PLUS, due delle sue fiere di punta, che descrive in modo abbastanza chiaro gli obiettivi sulla filiera: diventare per loro un interlocutore costante, fornire uno strumento di community enforcement efficace e rispondente alle nuove esigenze, proporre iniziative di b2b dedicate e raccogliere leads, monetizzandole e andando a comprendere a fondo i bisogni dell’ecosistema in cui opera.
E con una rivoluzione di pensiero rispetto al rapporto classico di fiera: ora al centro c’è il customer, e l’indice di ricerca sono i settori, non il catalogo con il suo elenco alfabetico.
A ben pensare, un approccio “come se si andasse al supermercato” e finalmente un ribaltamento di ruoli.
A questa si affiancano iniziative tailor made all’estero, sempre più ritagliate sui mercati dove si propongono.
Ma anche altri quartieri e grandi brand fieristici stanno affrontando questa fase di “nuova start up” per un settore antico come l’uomo, come mai era avvenuto prima.
Se solo pensiamo che il “modello fiera” era resistito quasi immutato alla rivoluzione prima di internet e poi dei social network, si arriva a comprendere quanto rivoluzionaria sia questa fase.
Il fatto che molti approcci inizialmente abbiano mosso da posizioni molto diverse per poi convergere verso temi comuni, fa capire che abbiamo superato la fase di empatizzazione e ora viviamo quella di ideazione e prototipazione, nel processo di design thinking innovativo che vivono gli organizzatori di manifestazioni ora.
E’ un nuovo inizio, per il settore più bello del mondo.
Maurizio Grosso
Responsabile Tecnico Commerciale Salone Nautico di Genova
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