Exhibit Design: il sistema fiere si confronta

È stata trasmessa questa mattina in live streaming la tavola rotonda “Exhibit Design: il sistema fiere si confronta” organizzata da Decor Lab che ha messo a confronto i principali attori della filiera fieristica, analizzandone i problemi più attuali e le strategie migliori per una nuova ripresa.

Moderati da Gianluca Chesini (caporedattore della rivista Allestire), hanno preso parte al dibattito Sandro Stipa (presidente di ASAL-ASSOALLESTIMENTI), Massimo Goldoni e il Dott. Franco Bianchi (rispettivamente Presidente e Direttore Generale di CFI, Comitato Fiere Industria), Angelo Jelmini e Alessandro Colombo (rispettivamente Consigliere e Membro del board dell’associazione IDEA, Associazione Italiana Exhibition Designer).

Qual è la situazione generale degli allestitori?

Sandro Stipa avvia la discussione facendo un quadro generale della situazione che purtroppo ben conosciamo: abbiamo dovuto fermarci il 23 febbraio e ci è stato concesso di ricominciare a lavorare soltanto l’1 settembre, pagando però lo scotto di un settore che necessita di tempi di pianificazione di mesi.

Inoltre siamo stati nuovamente bloccati dall’ultimo DPCM soltanto 56 giorni dopo la riapertura, formalmente per un mese ma in realtà non sappiamo per quanto tempo.

Questa situazione rappresenta una difficoltà enorme per le manifestazioni del primo semestre 2021 che sono tutte attualmente in bilico: espositori, organizzatori, allestitori e svariate altre figure hanno la necessità di poter programmare per tempo le loro manifestazioni, ma al momento non è possibile.

Scendendo nello specifico del ramo allestitori, descritti dalla bellissima immagine “centro di talenti e di competenze”, Stipa fa presente uno strano paradosso del momento: la richiesta è alta, eppure la categoria rimane bloccata perché la domanda viene rinviata.

Conosciamo bene i numeri: una filiera di 120.000 addetti che produce 2 mld di Euro di fatturato diretto più un importante indotto sul territorio, che ha subito una perdita dell’80% di fatturato nell’anno corrente che sale addirittura al 98% se si escludono i primi due mesi dell’anno, ed è proprio questa perdita del 98% su cui ASAL chiede al Governo che siano calcolati i ristori.

Servono quindi azioni mirate di supporto, che sono state e saranno discusse nel tavolo permanente aperto con il Governo.

Finora il “Decreto ristori” ha previsto contributi per alcuni codici Ateco, ma questa non è la via giusta: fra i codici Ateco inseriti nel Decreto, solo 5 riguardano la filiera fieristica, coprendone soltanto il 14%!

La promessa è un ulteriore incontro con il Governo per chiedere vari interventi fra cui la proroga della cassa integrazione ed una moratoria per i leasing fino a giugno 2021, l’intervento su princìpi civilistici da applicare ai bilanci e la possibilità di gestire gli ammortamenti in maniera diversa in quanto quest’anno i cespiti non sono praticamente stati utilizzati.

Perché ci stiamo battendo per la sopravvivenza delle fiere?

È Massimo Goldoni a prendere parola spiegando quale sia l’importanza delle fiere e di tutta la filiera produttiva ed organizzativa che gravita loro intorno, sottolineando soprattutto che tutto il tessuto industriale e manifatturiero italiano investe oltre il 50% del proprio budget annuale su questo strumento di marketing: questo perché le fiere rappresentano uno strumento fondamentale per lo sviluppo aziendale.

Il fatto però che siano in bilico anche eventi fino alla prossima primavera, significa che è in discussione un intero anno lavorativo, e questo deve essere altamente considerato dal Governo in fase di valutazione dei ristori per la categoria, così come sta accadendo in altri Paesi come Germania, Francia ed ancor più in Cina: non possiamo permetterci di spazzare via 50 anni di impegno e duro lavoro a causa delle lungaggini burocratiche che viviamo ogni giorno.

Cosa si può fare affinché la situazione migliori?

Alessandro Colombo e Angelo Jelmini concordano su alcune riflessioni a proposito della sicurezza degli eventi fieristici: in primis bisogna chiarire che il problema non è questo, perché sia i progettisti che gli organizzatori sono pienamente in grado di realizzare e seguire dei protocolli ad hoc (come abbiamo visto nelle poche fiere di settembre ed ottobre) che garantiscano la sicurezza di espositori e visitatori.

Il problema principale che va risolto è quello della circolazione delle persone: “se manca la linfa vitale dell’exhibit, il settore ovviamente si paralizza” dice Colombo.

Anche qui però abbiamo già visto che la possibilità di garantire lo spostamento delle persone per la visita di fiere e manifestazioni è possibile, ed è questo il punto su cui bisognerà spingere maggiormente.

Perché alcune fiere hanno funzionato più di altre?

Confrontando ad esempio Micam (ne abbiamo parlato in questo articolo) con il Salone Nautico (ne abbiamo parlato quì), svoltesi entrambe a settembre di quest’anno, sappiamo benissimo che la seconda ha avuto un grande successo mentre la prima contava vari spazi vuoti e minore partecipazione.

Perché? Sicuramente non perché Micam non sia stato in grado di mettersi in sicurezza o organizzarsi correttamente, ma semplicemente perché Salone Nautico ha sfruttato a proprio vantaggio gli annullamenti di tutti gli altri eventi di settore che si sarebbero dovuti svolgere all’estero in periodi molto vicini.

L’ulteriore punto a favore, vissuto in questo caso anche da Micam, è la qualità delle interazioni: tutti gli espositori hanno constatato un maggior livello di interesse dei visitatori che hanno voluto partecipare alla fiera e sono quindi tornati a casa con dei contatti interessanti.

Gli stand preallestiti sono più sicuri dei personalizzati?

Scusate, in questo caso ci scappa un po’ da ridere anche a doverlo sottolineare, ma la risposta ovviamente è NO.

Come dichiara Sandro Stipa, le aziende hanno diritto di presentarsi sul mercato con la propria personalità e il modello preallestito adottato da alcuni organizzatori per affrontare la problematica Covid non rappresenta certo la soluzione.

Inoltre ASAL insieme ad ATS Milano ha stilato un ulteriore protocollo di sicurezza ad hoc per monitorare anche le fasi di allestimento e disallestimento.

Alcune manifestazioni dello stesso settore potrebbero essere raggruppate nel 2021?

La domanda arriva da una spettatrice prendendo come esempio le accoppiate Mecspe/Mecfor e Cibus/Tuttofood. Massimo Goldoni conferma che è un ragionamento tuttora in corso che si sta valutando: costi, impegno e sacrifici in questo momento portano purtroppo pochi utili, quindi bisogna sicuramente mettere sul piatto tutte le proposte possibili e valutarle approfonditamente per trarre il maggior beneficio per tutti.

Anche idee come questa su cui si erano già fatti dei tentativi in passato, potrebbero ottenere in questa situazione un favore differente.

In conclusione, qual è l’elemento prioritario da richiedere al Governo e quale invece la soluzione per rilanciare il sistema fieristico?

Sandro Stipa: “Riaprire le fiere e aiutare le imprese del comparto a rimanere vive fino alla riapertura delle stesse.”

Franco Bianchi: “È fondamentale un progetto di educazione nei confronti della burocrazia, perché la burocrazia non è in grado di orientare i politici che devono prendere delle decisioni […] in modo che le leggi che vengono varate siano coerenti con le necessità del caso e delle fiere in particolare.”

Massimo Goldoni: “Accelererei sulla task force comune di CFI, ASAL e AEFI per portare con un’unica voce in tutti i contesti in cui si possano trovare interlocutori proposte, strategie, idee e soluzioni che ci permettano di lavorare.”

Alessandro Colombo: “Le fiere devono essere aperte perché possono essere più sicure di molte altre attività. […] Va però diffusa la cultura dell’allestimento, e forse siamo noi i primi attori a doverci impegnare affinché ciò avvenga, durante e soprattutto dopo il Covid.”

Angelo Jelmini: “È importante lavorare sui protocolli, sulla formazione di figure professionali in modo che sia veramente garantita la sicurezza per espositori, visitatori e tutti gli operatori in modo certificabile. […] Alla luce di questo il Governo deve mettersi nella condizione di garantire un calendario che non possa essere modificato e diventi una certezza sulla quale si lavori con un traguardo irrinunciabile.”

Prossimi appuntamenti

Sottolineiamo che alla tavola rotonda avrebbe dovuto partecipare anche l’On. Francesca Puglisi, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali. Purtroppo per altri impegni non ha potuto presenziare, ma Chesini ha dichiarato che le riporterà personalmente alcuni dei punti discussi, cosicché possa rispondere con una videointervista, gettando magari le basi per una seconda tavola rotonda da programmare tra qualche settimana.

Questo ha voluto essere soltanto un riepilogo dei punti principali, ma si è parlato anche di molti altri argomenti, perciò teniamo a sottolineare che la registrazione completa della tavola rotonda è disponibile al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=DTggaIwquBI&feature=emb_err_woyt.

Buona visione!


Jessica Guarnaschelli| jessica@fairlyfair.it

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