Eventi e Digitale. Non replichiamo: trasformiamo, innovando!
Ci piaccia o no, gli eventi ibridi saranno una certezza per il futuro post-pandemico. Ma come funzioneranno?
Ora, per necessità, sempre più aziende ricorrono ad eventi online.
Eppure, molti dichiarano la prospettiva di voler continuare – affiancandoli agli eventi reali – anche quando saremo arrivati ad un vaccino e avremo conquistato l’immunità globale.
Gli eventi virtuali, quando ben progettati e realizzati, sono efficienti quasi come gli eventi fisici.
Anche se mancano stretta di mano e l’incontro di persona, sono sicuramente un’opportunità molto interessante da esplorare per definire nuove modalità di interazione e comunicazione.
Le aziende che l’hanno già sperimentato dichiarano di trarre vantaggio dalla versione virtuale degli eventi; per questo, un modello phygital (phisical + digital) – o ibrido – prevarrà come soluzione sostenibile ed efficace nel nuovo mondo degli eventi post pandemia.
Ormai sono diversi mesi che le aziende usano il digitale, ma quali sono le maggiori evidenze?
È indubbio che le persone siano ancora preoccupate per la propria salute, e quindi costantemente alla ricerca di maggior sicurezza e garanzia di protezione. Per lunghi periodi ci è stato impedito di viaggiare.
Molti sono ancora riluttanti a rimanere in ambienti chiusi o a interagire in situazioni affollate – situazioni che continuano ad essere fortemente sconsigliate.
Il modello digitale e la presenza in modalità virtuale hanno consentito a
molti di continuare la propria quotidianità, senza rinunciare a partecipare in sicurezza ad attività formative, sociali e commerciali.
Se da un lato è evidente la nascita di nuovo modello organizzativo per a rispondere alle richieste di un mercato ormai mutato, dall’altro, sono emersi molti altri fattori rilevanti e positivi: il dimezzamento di tempi e costi delle trasferte, il calo degli sprechi, la riduzione dell’inquinamento
e il crescere dell’attenzione verso la sostenibilità.
È opinione ormai diffusa che viaggiare per centinaia di chilometri per un incontro di poche ore comporti uno spreco di tempo e denaro che potremo permetterci ancora per poco.
Dal punto di vista organizzativo, poi, ci sono indubbi vantaggi.
Gli eventi digital e phygital sono, infatti, molto più economici e più rapidi da organizzare. Inoltre, parteciparvi è – almeno apparentemente – più semplice, e l’audience che può essere coinvolta è numericamente molto
più ampia.
Nell’evento virtuale, le persone non sono bloccate e confinate in uno spazio fisico, ma entrano ed escono con un clic.
In aggiunta, partecipano in tutta comodità, seduti ad una scrivania e circondati dalle mura domestiche.
È fondamentale ragionare e pianificare come tenere gli ospiti agganciati
all’evento, ottimizzare i tempi degli interventi, ridurre all’essenziale il messaggio da passare, e soprattutto coinvolgere ed attivare il pubblico.
Nonostante tutto, credo che l’evento digitale non debba essere la semplice replica di un evento vissuto di persona.
Al contrario, ritengo che vadano forniti contenuti ed esperienze costruiti su misura per un’interazione digitale.
Ma se fino a qui è l’oggi, per il futuro cosa ci attende?
Per il futuro immagino un evento ibrido come un’unione tra un evento principale, trasmesso da un luogo centralizzato, e tanti eventi satellite organizzati per mercati o temi verticali.
Penso anche che in futuro esisteranno grandi hub di eventi digitali a valenza internazionale, a cui saranno agganciati network dai diversi interessi.
Molti eventi torneranno alla normalità, ma per altri – visti i
costi di viaggio e partecipazione – non sarà più come nell’epoca pre-pandemica.
Inoltre, con la parte virtuale degli eventi, saremo inevitabilmente obbligati ad usare un ecosistema di tecnologie e procedure che non si improvvisano dall’oggi al domani.
La tecnologia è – per sua natura – in continua evoluzione, e con essa le opportunità.
Oggi, grazie alla capacità di offrire un’esperienza online efficace, ritengo che i segnali siano chiari e vadano nella direzione di un’industria degli eventi ormai cambiata per sempre.
Infine: uno stimolo!
In un Tempo Nuovo come questo, sono molte le domande che sento fare e
che talvolta faccio mie.
Le lascio qui, in ordine sparso, e vi invito a lasciare su LinkedIn il vostro contributo.
- Siamo sicuri che la strada corretta sia non imitare gli eventi fisici?
- Ha senso fare uno stand 3D simile a quello del mondo reale? Non vale piuttosto la pena di pensare un’interazione diversa?
- Esistono situazioni o contesti che potrebbero risentire in modo minore della mancanza di interazione fisica tra i partecipanti?
- Avete visto modelli o best-practices di eventi che possono fare la differenza?
Stefania Fazzi | Presidente ENDES
www.endes.it
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