60° Salone Nautico – Né miracoli, né eroi

60° Salone Nautico – Né miracoli, né eroi

71.168 visitatori e 824 brand sono numeri unici in un anno unico.

Non è facile raccontare come sia stato possibile raggiungere quasi tutti i giorni la capienza massima consentita dovendo sospendere l’emissione dei titoli di accesso, soprattutto in questo periodo in cui da mesi siamo abituati a sentir parlare di numeri sotto altri aspetti.

Questi semplici numeri sono il risultato di mesi difficili dove il processo produttivo di una macchina complessa come il Salone Nautico non si è mai fermato nonostante parte del mondo lo abbia fatto.

Da un lato riuscire a conciliare le tempistiche necessarie alla realizzazione con gli eventi esterni, ha messo in crisi tutti i processi consolidati.

Dall’altro lato è stato possibile sfruttare il periodo di lockdown per approfondire tematiche resesi necessarie dagli eventi, ad esempio l’inevitabile sviluppo di una piattaforma per i B2B online, la gestione della capienza e la tracciabilità degli accessi in un’area che nulla ha a che vedere con un quartiere fieristico standard e la decisione di un leggero spostamento di data che, col senno di poi, ha portato non pochi vantaggi (meteo escluso).

Così come è stato interessante poter sviluppare approfonditamente i canali di streaming come la TV del 60° Salone Nautico e quello sul sito del Sole24Ore.

Questa doppia velocità tra l’attesa degli eventi e la frenesia di sviluppare diverse soluzioni possibili ha caratterizzato tutte le fasi di preparazione dell’evento, fino al termine della manifestazione.

Lockdown, smart working e resilienza sono state le parole trend topic dei mesi primaverili.

Prima di tutto la sicurezza

Ma in questo clima di incertezze e novità, l’obiettivo è stato chiaro fin da subito: il Salone Nautico doveva essere strutturato per essere sicuro ed efficace, pochi fronzoli e tanti contenuti.

È in questo senso che la campagna di comunicazione curata da Meloria, partita con l’hashtag #back2boating e culminata con il claim “in continuo movimento, come il mare ci insegna” fotografa bene i princìpi con i quali si è intrapresa la rotta.

Tutto il susseguirsi di Dpcm che scandiva le settimane senza mai trattare in maniera approfondita il tema delle fiere – tutt’oggi ancora demandato alla decisione finale degli enti territoriali in funzione delle condizioni circostanziate al periodo di svolgimento – non dava nessuna certezza.

Come del resto la situazione internazionale che continuava a mutare in peggio e che non prevedeva in nessuno Stato la possibilità di organizzare grandi eventi fino a fine agosto, non dava chiari percorsi da seguire.

Prima di tutto la sicurezza: per preservare gli investimenti degli espositori e invitare decine di migliaia di persone si doveva affrontare questo tema in maniera più seria possibile e così è stato.

Il protocollo sviluppato dal team anti-Covid capitanato dall’avvocato Lorenzo Cuocolo è stato valutato positivamente da CTS senza nessuna osservazione.

L’efficacia era poi necessaria affinché tutta la filiera potesse confrontarsi e confortarsi sul futuro. Oltre all’occasione commerciale l’esigenza era quella di trovare un luogo fisico dove ritrovarsi.

Il Cannes Yachting Festival, diretto competitor e in gran parte complemento del Salone Nautico, che si svolge di consueto ad inizio settembre e dà il via alla stagione dei saloni nautici, cancellato diciotto giorni prima dell’inaugurazione, avrebbe potuto essere un duro colpo.

È stato invece trasformato in opportunità, accogliendo nuove richieste di espositori che avevano già programmato l’esposizione e creando format ad hoc per presentazioni di nuovi prodotti e imbarcazioni.

A seguire è stato cancellato la sera prima dell’inaugurazione anche il Southampton Boat Show, che avrebbe dovuto terminare dieci giorni prima di quello di Genova.

Le sinergie

Inutile dire che per chi organizza eventi fieristici la situazione fosse oltremodo critica, ma quelle che potevano essere fonti di sconforto sono risultate il motore che ha fatto allineare gli intenti di tutti i soggetti coinvolti:

Confindustria Nautica, l’associazione di categoria che rappresenta tutta la filiera,

la Regione Liguria e il Comune di Genova, che hanno dato il loro supporto istituzionale nonostante le critiche sull’opportunità dello svolgimento,

l’Agenzia ICE, che ha reso possibile la presenza di giornalisti esteri provenienti da 20 Paesi attraverso l’organizzazione di corridoi verdi dedicati,

e Simest, che ha permesso alle imprese di attivare strumenti di finanziamento anche a fondo perduto per la partecipazione ai saloni internazionali.

Questo risultato, semplificato in quei numeri, è il frutto della capacità di tutti i soggetti coinvolti di capire che questa non era né una gara da vincere, né una missione da compiere.

Le condizioni erano chiare: se si poteva fare era giusto farlo.

Così è stato. Questa determinazione e comunità di intenti è quello che non si deve dimenticare e un esempio per il futuro.

L’orgoglio del team di esserci riusciti è un’altra storia, personale prima ancora che professionale.


Maurizio Grosso

Responsabile Tecnico Commerciale Salone Nautico di Genova


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One comment on “60° Salone Nautico – Né miracoli, né eroi”

  1. elena magni ha detto:

    Sintesi davvero interessante. Complimenti Maurizio per l’articolo e per l’ottimo lavoro svolto in un anno così difficile

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